Mustang P51D
Questo aereo, tra i più conosciuti al mondo, è stato sicuramente il miglior caccia della Seconda Guerra Mondiale.
Progettato a tempo di record, esordì nel 1943 e fu subito in grado di opporsi ai BF-109 ed ai FW-190 della Luftwaffe.
Dotato di grande maneggevolezza ed una notevole autonomia, si dimostrò anche un’efficace aereo d’attacco al suolo, nonostante che il motore in linea raffreddato a liquido era piuttosto vulnerabile al fuoco delle armi leggere nemiche.
I Mustang più di ogni altro velivolo contribuirono alla protezione dei bombardieri americani e questo non era semplicemente dovuto ai danni che potevano infliggere nei duelli aerei anche contro i migliori nemici, ma soprattutto perché, mettendosi tra i bombardieri e i cacciatori nemici, imponevano nuove regole di ingaggio.
I caccia intercettori pesanti erano adesso in grave pericolo, poiché non era più sufficiente riuscire a raggiungere, appesantiti di armi i bombardieri nemici e cercare di abbatterli, visto che qualunque aereo poco agile che si fosse trovato attorno alle formazioni di bombardieri sarebbe stato una facile preda dei cacciatori USA.
Utilizzato addirittura durante la guerra di Corea, fronteggiò efficacemente i caccia a reazione MIG-15 nordcoreani e cinesi.
Il Mustang era un velivolo superlativo, ma non necessariamente migliore in qualunque settore dei concorrenti ed alleati. Si trattava di una macchina inferiore per la maneggevolezza e la potenza di fuoco rispetto allo Spitfire inglese, Macchi M.C.205 e il Fiat G. italiano e al al Focke-Wulf Fw 190 e Messerschmitt Bf 109 tedeschi.
Su tutti, semplicemente, il Mustang aveva il vantaggio di essere una macchina strategica capace di coprire spazi immensi presentandosi ovunque ce ne fosse stata la necessità.
Assieme allo Spitfire, è la macchina che i piloti generalmente ricordano con più affetto e ammirazione, a prescindere da quanto poteva essere realmente superiore alla concorrenza.
Progettato a tempo di record, esordì nel 1943 e fu subito in grado di opporsi ai BF-109 ed ai FW-190 della Luftwaffe.
Dotato di grande maneggevolezza ed una notevole autonomia, si dimostrò anche un’efficace aereo d’attacco al suolo, nonostante che il motore in linea raffreddato a liquido era piuttosto vulnerabile al fuoco delle armi leggere nemiche.
I Mustang più di ogni altro velivolo contribuirono alla protezione dei bombardieri americani e questo non era semplicemente dovuto ai danni che potevano infliggere nei duelli aerei anche contro i migliori nemici, ma soprattutto perché, mettendosi tra i bombardieri e i cacciatori nemici, imponevano nuove regole di ingaggio.
I caccia intercettori pesanti erano adesso in grave pericolo, poiché non era più sufficiente riuscire a raggiungere, appesantiti di armi i bombardieri nemici e cercare di abbatterli, visto che qualunque aereo poco agile che si fosse trovato attorno alle formazioni di bombardieri sarebbe stato una facile preda dei cacciatori USA.
Utilizzato addirittura durante la guerra di Corea, fronteggiò efficacemente i caccia a reazione MIG-15 nordcoreani e cinesi.
Il Mustang era un velivolo superlativo, ma non necessariamente migliore in qualunque settore dei concorrenti ed alleati. Si trattava di una macchina inferiore per la maneggevolezza e la potenza di fuoco rispetto allo Spitfire inglese, Macchi M.C.205 e il Fiat G. italiano e al al Focke-Wulf Fw 190 e Messerschmitt Bf 109 tedeschi.
Su tutti, semplicemente, il Mustang aveva il vantaggio di essere una macchina strategica capace di coprire spazi immensi presentandosi ovunque ce ne fosse stata la necessità.
Assieme allo Spitfire, è la macchina che i piloti generalmente ricordano con più affetto e ammirazione, a prescindere da quanto poteva essere realmente superiore alla concorrenza.